Paola Volpato


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Intervista Istar

ISTAR- rivista multidiscilplinare sulla nascita
n. 9 anno 5 , gennaio 1994 -
semestrale del Centro Studi per una Nascita Naturale
intervista di Antonella Barina
11 illustrazioni

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Partendo dalla necessità di riformulare l'immagine della maternità, omologata in stereotipi troppo angusti nelle culture religiose patriarcali da una parte e dal mercato pubblicitario dall'altra, lo scopo è verificare se un simbolico diverso, legato a contesti in cui il materno aveva maggiori opportunità di visibilità sociale, può avere un effetto positivo, può portare con sè una forza diversa.
Ha lavorato a questo numero di Istar Paola Volpato, artista completa, passata da una prima fase espressionista ad elaborazioni in cui la figura umana è collocata in spazi geometriche segnano i confini tra passato e presente, nell'ambito di na ricerca sui segni del mitologico greco che data fin dai primi annidi attività. E proprio questa frequentazione con l'ambito mitologico ha determinato un felice risultato finale, in particolare nell'immagine del "partorire il mondo"che vede come protagonista una delle più antiche raffigurazioni di divinità partoriente.
Lavorando sulle immagini fornite da Istar e forte della propria capacità elaborativa dei motivi del passato, Paola ha creato delle vere e proprie sintesi in senso materno,.in un'accezione affatto diversa da quello che questo binomio - senso materno - significa.

Chiediamo a Paola se e che tipo di forza hanno evocato in lei queste immagini.

Paola: E' come riprendersi qualcosa, rimettere le cose come devono essere messe. Vorrei collegare la risposta a quella che è stata la mia esperienza come madre di tre figli che ha sempre cercato di avere il minimo rapporto con la struttura ospedaliera.
il primo parto, in questo senso è stata una sofferenza. C'era questo dirti :"cosa vuoi che sia" da parte degli operatori, che è come un dividerti dal tuo dolore, mentre tu sei difronte a qualcosa che non conosci, che ti fa molto soffrire, che non sai se ce la farai a portare fino in fondo.
Da un certo punto di vista ti cade qualcosa di quello che conosci del tuo corpo. Qualcosa che ti sfugge che non sai come andrà a finire. Sei in gioco completamente, fino alla morte.
Tu senti che c'è la morte vicino a te, c'è la paura di morire, non è uno scherzo, non è una malattia che è controllata, anzi, non è una malattia. E' un evento in cui ti giochi completamente, in cui non sai cosa succederà. Difronte a questa cosa che è magica, nella struttura sanitaria c'è un rapporto di derisione, una violenza che ho fatto di tutto per rifuggire le volte successive.
C'è una forza dentro di te però devi avere vicino una persona che ti sa prendere, che ti rispetta, che non ti coccola facendoti da madre,padre,sorella fratello, ma ti accoglie per quello che "sei".

Cioè che ama la tua forza. E' questo chiamare la forza che io ti sto chiedendo di descrivere, che io sento nella frequentazione delle immagini che stiamo proponendo...

"Esatto, nella struttura sanitaria non c'è riconoscimento della tua forza, mentre tu la riconosci, mentre tu devi far appello alla tua forza che è una forza psicologica e fisica".

E mitologica...

"Sì perché il dolore ti porta all'inizio della Storia. Questo dolore che per me è stato fortissimo in tutti e tre i casi è un dolore che ti porta ad una visione metafisica dell'umanità nella sua grande forza e debolezza e dolore e miseria e ancora forza. Il nucleo è molto caotico, è il caos che è l'imprevedibilità della vita, che è la vita stessa. Se noi fossimo forti e basta saremmo angeli, se avessimo la sapienza della nostra forza fino in fondo saremmo già perfetti, invece noi sappiamo di avere la forza, ma non sappiamo viverla fino in fondo. Grazie a questo dolore enorme, è possibile essere all'interno della comprensione delle cose".

E' una illuminazione?

"In un certo senso. Con la prima figlia ho avuto la percezione netta che tutti gli uomini nascevano a quel modo, che tutti erano figli.
Mi si sono rivelati col cuore come figli, non con la mente. Ho avuto la percezione netta di come tutti in questo modo si sia figli".

E figlie

"Sì certo. Questa sensazione, che è molo femminile ed è legata alla maternità, è rivelazione dal punto di vista della conoscenza."



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